22.1.12

La strada giusta



Laura si svegliò serena, come ogni mattina. E come ogni mattina per prima cosa si passò fra i capelli biondi la mano destra, che aveva sottile e aggraziata. Fu questo gesto abituale che le rivelò la prima sorpresa: ciuffi di capelli le rimasero fra le dita, inerti, spingendola a spalancare gli occhi blu.
Guardò con raccapriccio i capelli morti, di un colore scialbo che lei non riconobbe come suo, fra dita corte, corredate di unghie tozze e dall’aspetto sfaldato…un sogno?
Laura si rizzò a sedere di colpo per vedere meglio, e fu così che, dietro la mano che stava ancora osservando, notò il disegno goffo delle sue cosce sotto le coperte, che strappò con gesto istintivo, trovandosi davanti le sue gambe, tozze anch’esse e ricoperte di folti peli scuri.
Urlò, Laura, e si mise d’istinto le mani sul viso, coprendolo in parte e chiudendo la bocca per il terrore… che fine aveva fatto il suo corpo da modella?
Ma le mani urtarono contro protuberanze sconosciute, sul naso, le guance…con un gemito Laura balzò dal letto, corse allo specchio a tutta altezza della sua camera, e inorridì: i capelli scarsi e  spioventi, gli occhi  piccoli e infossati, il naso aquilino, la bocca con denti sgangherati e labbra sottili come bordi di un taglio, grossi nei pelosi che campeggiavano sulla pelle invasa dall’acne…il corpo sgraziato e grosso si intravvedeva dalla corta camicia da notte, ora troppo aderente…
Urlò ancora e ancora, attirando la presenza dei suoi famigliari, madre, padre e fratello, che accorsero rimanendo paralizzati dalla sorpresa: dov’era Laura, la loro bellissima e adorata Laura, vincitrice di concorsi di bellezza, promettente modella, velina e chissà, magari, attrice di cinema?
La madre svenne quasi subito, per lo spavento e il dilemma della sua mente fra il riconoscere e non riconoscere la figlia. Il padre rimase muto e impietrito a quella vista, incapace persino di pensare alla moglie accasciata sul tappeto. Carlo, il fratello di Laura, anche lui adoratore della “la principessa”, come la chiamavano in famiglia, mormorò un “cos’è successo?” così a bassa voce da poter essere percepito a malapena dagli altri presenti.
“C-c-cos’è s-s-successo?” chiese anche Laura, sentendosi balbettare, come Maria, pensò dopo un istante, la sua compagna di banco che aveva tanto deriso senza  mai curarsi della crudeltà dell’azione.
“Sei brutta… come Anna…” fu la risposta di Carlo, che senza volerlo aveva aggiunto un elemento prezioso per la comprensione del mistero.
“Somigli a Chiara…” aggiunse il padre, mentre finalmente si accostava alla moglie per soccorrerla.

Fu così che, a poco a poco, Laura si rese conto che, per chissà quale artificio, tutti i difetti fisici delle sue coetanee che lei aveva usato come armi verso le stesse, colpevoli di essere amate dagli altri più di quanto lei non fosse, ora erano su di lei come un incantesimo maledetto, un assurdo rovescio del destino, che l’aveva fatta bellissima ma insensibile e superba.
Dopo mesi di disperazione e isolamento per la vergogna di mostrarsi, per i provini e i concorsi di bellezza annullati, Laura scoprì che in parte avrebbe potuto rimediare a tale disastro fisico, ma soprattutto che con tanta nuova umiltà voleva chiedere aiuto per migliorarsi dentro, rendersi amabile, come in fondo aveva sempre desiderato davvero, percorrendo stavolta, la strada giusta.

                                                                                                           Monica Enrica Solinas


1 commento:

  1. Spietata punizione quella di rendere brutta una ragazza bellissima, e soprattutto secondo me non sarebbe bastata una vita per rassegnarsi, altro che mesi! Bel racconto, che lascia atterriti.
    Se vai a leggere il mio "Profumo magico", troverai una vecchia che di punto in bianco diventa giovane e bellissima, esattamente l'opposto!

    Laura Niolu

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