22.1.12

Metamorfosi urbane



Il vento rapinoso della pubblicità corre
più veloce del cane a sei zampe
apparentemente distratto
con riccioli di ferro e indifferenza
colpisce leonesse impegnate in percorsi
più ostili di qualunque savana
rimbomba sulle lamiere delle auto-puma
e vanamente esse fiammeggiano di sguardi.
Appena sfiorato dalle flessibili proboscidi
scivola tra le zampe
di autobus panciuti
entra nei ristoranti dove pascolano
cinghiali dai tondi occhi.
Niente ignora: non le mucche lilla,
non quelle in più tradizionali abiti pezzati di frutta,
non i porcellini gialli che invitano al risparmio
afferrati in un vortice per il codino nervoso,
non gli acari e l’allegra compagnia dei parassiti
vicini detestabili sempre
che invadano o evadano
il ricciolo ferreo dell’educazione pubblicitaria
ne evidenzia il grugno ingordo.





1 commento:

  1. la pubblicità è arrivata a livelli di invadenza insopportabili la tua poesia esprime la giusta indignazione. Anche in questo ambito dove sono finiti i buoni propositi della sinistra? vi ricordate la campagna di Veltoni: "Non s'interrompe un'emozione!" Io non amo particolarmente la televisione ma non mi rassegno a lasciare questo terreno al liberismo più sfrenato. Riccardo

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