27.8.12

APPUNTI PER LA SCRITTURA DI UN RACCONTO

La partenza è sempre dalla traccia.

La finestra: (o un quadro), un paesaggio anonimo, né estraneo né ostile, volti e non parole, una frenetica attività gestuale, una vita di gesti che potrebbero essere messaggi.
Dove abita il personaggio, un luogo qualunque e sconfinato, o Bologna, la quale non ha periferie, è un grande centro verso il quale convergono tutte le strade e perciò tutte le persone le quali non fanno nulla ma pensano e scrivono appunti che subito distruggono o cancellano o sostituiscono.

E’il metodo per parlare con altri simili di cose di alcuna importanza, ovvero inutili.
Il tale, non essendovi un protagonista, un diverso, l’interlocutore, si dice non sposato e senza prole.
Egli avrebbe figli virtuali imparentati con gli angeli e con i demoni, uno salvato dalla fede e dalle sue regole rigorose, predica in un deserto, o più sovente su un campo artificiale; i proseliti, stufi delle sue parole cercano il modo di ucciderlo, impiccandolo. 
     
Del rapporto fra lui e la moglie, la quale occupa, in tutta la sua volgare opulenza, l’altra estremità del tavolo rettangolo, smussato e di colore scuro, si è già parlato, ovvero dei loro rapporti: usuali, futili, ripetitivi, senza rispetto e senza pudore benché lei mostri in ogni occasione i segni di una vistosa impudicizia, senza rispetto né perdono, dissoluta, con una condizione mentale aperta a tutte le possibilità, a tutti i compromessi.

Entrambi non hanno il senso del dolore o il significato della pietà o la virtù del compromesso.
Il loro obbiettivo è quello di ignorarsi o annullarsi facendo scempio dei luoghi comuni, ad esempio la felicità. Il loro obbiettivo comune, ben preciso, è quello di consolidare l’ozio, la pigrizia con le abitudini.
Essi invidiano la loro reciproca condizione in cui non è prevista, per amor di dio, alcuna previsone, alcuna separazione.
Insieme stanno benissimo.

Vangelo di Luca: egli predilige il seno della sua triste compagna, il seno sinistro, appuntito e provocante. Secondo il vangelo di Luca sarebbe, in ogni caso, una scelta più provocatoria che politica.
Egli, civettuolo, sa controllare la sua cattiveria e le sue pulsioni politiche. Il suo partito, del resto, non si preclude l’inganno, e sa, come partito di opposizione, di non avere un futuro e di non cercarlo.






Malgrado il feroce impedimento di un essere abbietto, l’Oppressore, che ostacola l’apertura della cornice entro la quale giace nella sua sfavillante inerzia il dipinto, entrambi forzano il blocco fino all’interno del luogo immenso, piatto come un lago senza increspature e confini certi.

Lui e lei nutrono il fermo proposito di raggiungere, e pertanto identificare e riconoscere l’oggetto sconosciuto in continuo orgiastico movimento simile, alla lontana, a un orgasmo naturale, umano.
La loro esperienza tende a verificare la possibilità di viverci dentro, di inserirsi stabilmente e di far parte di un progetto che, poi, è l’unico progetto straordinario per la sua infinta durata, sul quale è scontato si debba fare cieco affidamento abbandonando le vecchie regole dl genere umano, la tradizione degli esseri riconoscibili dalle loro forme millenarie, esseri nati dal mistero del caso con il loro corpo perfetto, dal volto alle braccia, dalle mani alle gambe, esseri tradizionali e, pertanto RICONOSCIBILI.

 
Altri individui, di altre razze, cosmopoliti e pellegrini sono riusciti a penetrare nel luogo, parrebbe muniti di un CODICE DIRICONOSCIMENTO della loro vecchia disumana spregevole identità.
Di costoro e di loro due esiste ora esclusivamente il PROFILO: la parte destra nella sua discutibile e terribile fisicità con tutte le imperfezioni del corpo centenario; la parte sinistra con i tratti inesprimibili dei sentimenti e delle emozioni, insomma i residui pensieri e degli insegnamenti per i quali sono scioccamente vissuti.

Al momento tutto ciò non è più, il concetto di DEFINIZIONE, tramite riconosciuto per SINTESI è scomparso insieme ad altri concetti senza fondamento, inutili, superflui, dal senso estetico, alla bellezza, al desiderio: è evidente la totale assenza di piacere e di dolore.

I profili li hanno completamente sostituiti; e da qui comincia la corsa al centro dell’immenso lago, quieto all’apparenza, in perpetuo rivolgimento nella realtà, sede degli dei e delle tribolazioni.

E’ lui che con un fremito individuale, individua l’oggetto, lo fa proprio in modo completo, consapevole che nessuno glielo possa sottrarre.

L’oggetto è la MATERNITA’, l’origine dello stesso mondo abbandonato al passato e rappresentato in modo tradizionale: una enorme fluttuante vulva con regali movenze, con una sensualità distruttiva, un fascino assoluto che, velocemente elimina ogni resistenza, trasforma i profili in esseri umani, in ricercatori di verità inesistenti, non più al centro del mondo ma di se stessi, non più esemplari di una specie estinta destinata a perpetuare i rituali e le regole miserevoli del coito e della procreazione, ma in assoluto nuove identità, ossia esseri DIVERSI che possono navigare sospinti dal movimento della grande vulva, dell’immensa gioiosa maternità alimentata dallo sperpero della gioia di essere vivi e utili, utili e necessari, con la certezza del FUTURO fatto di una materia che non ha bisogno del linguaggio e dunque delle parole contrarie alla conoscenza nemica assoluta del bene e del male.

L’oppressore, mutilato, sconfitto, scompare risucchiato nella spirale del cosmo per sedersi alla destra del Signore nell’angolo più buio e inaccessibile del proprio paradiso artificiale.


        
Luigi Pes

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