6.10.11

Il Grigio

                                                        
Sono Andreina, sono una strega (maga?) e mio è il privilegio di raccontare questa storia.
 La cronaca del nostro mondo di cui vi voglio narrare è destinata a tutti coloro che fanno della diversità una ricchezza. Questo è il racconto dei guardiani dei colori e del loro grande nemico: il Grigio.


Il conflitto tra colore e grigio esiste da tempo immemorabile, come da sempre la luce si contrappone al buio e il bene è l’antitesi del male. Ma in questi ultimi decenni il malvagio ha acquistato molto potere al punto che la nostra stessa sopravvivenza è a rischio.
All’inizio il subdolo si propose nelle sue vesti più gradevoli: grigio perla o celeste polvere, o nei toni più decisi: grigio ardesia o acciaio. Poi piano piano si infiltrò nella vita del nostro mondo.  
Le cose peggiorarono quando qualcuno iniziò a dire che il Giallo Oro era un colore troppo esuberante e solare, che era preferibile smorzarlo su tonalità senape molto più riposanti ed eleganti. Il Verde Brillante fu considerato sfacciato e quindi spento su toni acidi meno chiassosi. Non parliamo del Rosso Vivo che fu tacciato di prepotenza ed eccessiva fisicità e trasformato in rosso mattone. L’Arancio fu dichiarato sconvolgente dal punto di vista emotivo e il Viola troppo spirituale. Il povero Blu diventò polveroso e così continuando. Vi risparmio il destino capitato a tutte le varie sfumature  ma vi posso assicurare che il risultato fu disastroso. Per ogni colore, anche piccolo, che veniva modificato si perdeva un pezzo di vita.
Lentamente il mondo cambiava, si uniformava su una tonalità smorta per l’appunto grigia e  noi facevamo fatica a ricordare  come era l’azzurro del cielo nelle sere d’estate o i vari toni di verde degli alberi e dell’erba nel rinnovo della primavera o ancora  il rosso fuoco dei papaveri nei campi giallo oro coltivati a grano o il mare che non potendo più riflettere il cielo azzurro diventò ferrigno.  
Non cambiava solo il paesaggio, ma anche la gente. Sembrava che con lo scolorirsi dei colori si perdesse anche la capacità degli uomini di provare emozioni. I volti diventarono inespressivi e anche dimostrare i sentimenti fu considerato deplorevole.
Con l’avanzare del tiranno Grigio i colori inesorabilmente stingevano sempre più e il mondo diventava ogni giorno più triste. Qualunque comportamento vivace venne prima sconsigliato e poi punito. 
Alcuni anziani del nostro popolo furono bravi e conservarono religiosamente pezzi dei colori originari che poi furono utilizzati per mostrarli ai piccoli. Vedere lo stupore nei loro occhi e pensare che avrebbero vissuto in un mondo  grigio fu sempre un grande dolore. Forse fu questa oppressione la molla che fece scattare, in alcuni di noi, la voglia di ribellarsi, forse fu la vergogna di dover lasciare ai nostri figli un mondo così misero, oppure il rimpianto di un balcone pieno di petunie di tutti i colori o il ricordo di una farfalla azzurra. Non so che cosa provocò questa reazione, so che cominciò a farsi strada il bisogno di trovare una soluzione. A poco a poco iniziammo ad incontrarci, prima timidamente poi con sempre maggior coraggio per discutere del problema fino a quando qualcuno non ebbe un idea speciale: trovare un rimedio contro il Grigio. La mia casa divenne il luogo delle riunioni, cosa poteva esserci di più adeguato della casa di una strega? Nacque così il gruppo dei guardiani dei colori.
Cominciammo a indagare. Furono intervistati i più anziani, quelli che ricordavano bene i colori, per cercare di scoprire come e quando il Grigio aveva cominciato ad insinuarsi, ma nessuno sapeva dirlo. Furono rilette tutte le cronache precedenti al Grigio, ma da nessuna parte trovammo traccia di un ben che minimo indizio di somministrazione del veleno. Anche gli antichi libri di alchimia e magia furono ristudiati senza alcun risultato. Si fece ricorso a tutti i mezzi conosciuti ma inutilmente.
Il tempo stringeva, in noi era chiara la consapevolezza che tra poco il Grigio si sarebbe diffuso inesorabilmente e avrebbe coperto qualunque traccia di colore come una colata di lava. Vedevamo i nostri visi impallidire, i nostri capelli stingersi, i nostri occhi scolorire.
Iniziammo a fare ricerche anche su quello che avveniva in altri mondi e scoprimmo che in  molti posti la gente cercava un vaccino contro il male e venimmo a conoscenza  di medicamenti e rimedi vari. Trovare un vaccino poteva essere anche per noi la soluzione, ma mano a mano che raccoglievamo le informazioni ci stupiva scoprire che tutti i vaccini sperimentati portavano ad una standardizzazione e quindi ad una perdita delle diversità. I modi erano vari ma i risultati uguali, il fine era l’appiattimento, il livellamento, la
banalità più totale.
In certi mondi mangiavano tutti lo stesso cibo, nella maggior parte dei casi insapore; in altri vestivano tutti allo stesso modo, perché qualcuno aveva 
deciso così; abitavano in case tutte uguali, pensavano tutti le stesse cose, cioè niente. In questi mondi la gente veniva vaccinata per non provare emozioni, perché faceva paura confrontarsi con esse. Un falso senso di pudore rendeva deprecabile gioire di una corsa a piedi scalzi sull’erba o il piacere dell’acqua sul corpo al momento di un tuffo nel mare. Si guardava con sospetto chi aveva una pelle, un credo o una idea diversa. L’ottusità regnava per il semplice fatto che non si aveva la capacità di rapportarsi con la differenza.
Ma questo era esattamente quello che era successo nel nostro mondo! La tecnica era diversa ma il risultato sempre lo stesso! Questo significava che anche noi eravamo stati sottoposti alla sperimentazione di un vaccino. Il Grigio non era il male ma il vaccino che avevano usato sul nostro mondo! Ma allora stavamo percorrendo la strada sbagliata: quello che serviva era un antidotto o meglio un controvaccino. Dovevamo cambiare la direzione delle nostre indagini. Ma come? Tutti i mezzi d’informazione si entusiasmavano nel descrivere i benefici della vaccinazione contro il male e sembrava non esistessero esiti negativi. Ma possibile che solo noi provassimo disagio? Che solo per noi fosse così terribile?
Poi finalmente, attraverso canali di controinformazione, quasi clandestini, scoprimmo che in tutti i posti dove si usava il vaccino c’era sempre qualcuno che rimaneva immune o sfuggiva volontariamente alla vaccinazione, qualcuno che manteneva le proprie emozioni o convinzioni. Esultammo: allora esisteva qualche speranza!


È la notte della vigilia del solstizio d’estate. La riunione dei guardiani è finita da poco e tutti sono tornati alle loro case. Io mi aggiro tra le mura della mia vecchia casa e guardo con la tenerezza di sempre le stanze, il giardino, i libri e gli oggetti. Quante cose potrebbero raccontare. È una casa nella periferia dell’abitato, come si addice alla casa di una strega, dove io sono cresciuta in compagnia della mia madrina la strega Elisabetta e della nostra gatta nera, figlia a sua volta di una gatta nera, e che partorirà al momento giusto una piccola palla di pelo nero. La giovane gattina nera crescerà con la mia figlioccia Carla che verrà a vivere con me alla prossima luna nuova. La mia emozione è tanta: riuscirò a insegnarle la magia della vita come Elisabetta ha fatto con me? Solo il tempo lo dirà.
L’aria stanotte è dolce, anche le stelle paiono più brillanti, gli alberi sembrano sussurrare, la natura è in attesa. Finalmente domani nel giorno più lungo dell’anno sconfiggeremo il Grigio. Si, come spesso accade, la scoperta del rimedio avvenne per caso. In un campo in mezzo all’erba giallastra spuntò un papavero piccolo, un po’ rachitico, ma di un colore incredibilmente Rosso. Due bambini che giocavano lo videro, si chinarono su di esso,  lo accarezzarono e provarono una rabbia incredibile per quello che veniva loro tolto, una grande tristezza per quel piccolo coraggioso fiore e una enorme gioia per quel intenso colore che aveva  sfidato e vinto il vaccino. I bambini urlarono la loro rabbia contro il Grigio, poi si abbracciarono e piansero il loro dolore e, mentre le lacrime bagnavano il fiore, videro, con stupore, che la piccola pianta si rinvigoriva e un altro papavero timidamente spuntava. Le loro lacrime si trasformarono in lacrime di gioia. I bambini avevano riscoperto  le emozioni.
E domani il Grigio sarà lavato via da tre lacrime: una di rabbia, una di tristezza e una di gioia.


Rosa Foddai


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